download.jpgSALENTO – Questo articolo vuole essere una denuncia della sottoscritta delle condizioni inaccettabili dei mezzi di trasporto salentini, in qualità di utente del servizio. Molto spesso si sente parlare e si legge delle cattive condizioni dei mezzi di trasporto del Mezzogiorno e a questo si aggiungono i continui aggiornamenti e interventi verso quelli del centro-Nord. Un esempio che si può fare è ricordare l’avvento dei nuovi treni di Trenitalia, le famose linee Freccia Rossa, Freccia Bianca, ecc. che sono disponibili solo per le tratte che collegano il Nord al Sud e non due città del Sud. Il problema dei trasporti interurbani locali non investe solo la linea ferroviaria, ma anche la linea autostradale con i pullman che rispondono sempre alla ditta di ferrovie Sud-Est. Questi mezzi, sia treni che autobus, in realtà non coprono le esigenze reali di tutti i cittadini, ma per lo più quelle degli studenti delle scuole superiori che si spostano verso i grandi centri scolastici, Maglie, in provincia di Lecce, e Lecce. Già per gli universitari il discorso diventa più complicato per quanto riguarda la fascia oraria. Partono troppo presto dai paesi dell’interland leccese e tornano altrettanto presto. Gli ultimi autobus disponibili sono intorno alle 18:00. In questo modo molti studenti universitari sono costretti ad abbandonare prima le lezioni o munirsi di mezzo proprio, o addirittura non frequentare proprio. Infatti, in quasi tutte le facoltà esistono lezioni pomeridiane che possono terminare intorno alle 19:00. Per non parlare poi del periodo estivo, già all’inizio di giugno, quando ormai le scuole sono in procinto di chiudere, le tratte vengono anche ridotte, con l’aumento conseguente dei disagi. Oltre a questo si unisce poi la questione condizioni dei mezzi. Ebbene, sia i treni che gli autobus, a parte qualche rara eccezione, sono in condizioni fatiscenti. Tra graffiti sui sedili, aria condizionata rotta, mezzi scomodi e talmente vecchi che non dovrebbero neanche circolare per il controllo sulle emissioni di gas, il costo dei biglietti diventa quasi un furto. Anche la durata dei viaggi è un tassello instabile. Per percorrere 47 km, la distanza tra Lecce e Otranto, per esempio, la durata del viaggio si aggira alle due ore, sia con autobus che con treni. A maggior ragione il treno. L’autobus può avere l’attenuante di dover fare molte, circa ventina anche, di fermate nei paesini, qualora abbiano la fermata. Il treno oltre alle fermate di ordinanza, in alcuni casi prevede anche due o tre cambi, moltiplicando la durata del viaggio e mettendo in pericolo la puntualità per riuscire a prendere la coincidenza. Lo stesso vale proprio per la tratta sopracitata. La piccola stazione di Otranto è composta da due binari, sui quali prima circolavano treni sia per Maglie che per Lecce, ora invece uno dei due binari è in disuso. Lo stesso capita ad un paese che prende il nome di Giurdignano, che nonostante abbia la stazione, la fermata lì è stata cancellata. A tutto questo, al quale ormai ci si è malamente abituati, ora si unisce anche la notizia di una truffa e dell’acquisto di carrozze che in realtà però, non hanno mai circolato. L’inchiesta risale al 2013, ma pare che tutti se ne siano dimenticati. Nel 2009 la Ferrovie Sud–Est hanno acquistato 25 carrozze, di cui 7 sovvenzionate da finanziamenti statali, e di cui solo 4 sono utilizzate grazie alla messa in sicurezza dell’apertura delle porte. Il costo totale di queste carrozze è di 22 milioni di euro, che secondo le indagini della Gurdia di Finanza, sarebbero il doppio del valore reale di quelle carrozze. La ditta di trasporti ha comprato questi mezzi di seconda mano da Svizzera e Germania in stato di rottame, sarebbero state vendute alla Varsa di Varsavia che le avrebbe rivendute ad una fabbrica croata per rimetterle apposto, e a sua volta la Gredelj, suddetta fabbrica, le avrebbe di nuovo rivendute alle Ferrovie Sud–Est. Si ipotizza una truffa ai danni dello Stato, in quanto il valore di mercato delle 25 carrozze sarebbe di 16,4 milioni di euro, cioè la metà della cifra pagata. Oltre a questo, e ben più grave d questo è il fatto che ben 21 carrozze sono inutilizzate e lasciate al vandalismo ed al degrado, mentre i consumatori, che sostanzialmente sono i diretti acquirenti, visto che i biglietti li pagano loro, sono costretti a viaggiare su mezzi ormai vecchi, malandati e scomodi. Ancora una volta è il cittadino a rimetterci, e come diceva Totò “E io pago”!


Cristina Mariano