La buona tavola e il cibo metterebbero d’accordo anche i detrattori più incalliti della vita sociale, tant’è che negli ultimi anni sono nate forme alternative di ristorazione per ogni esigenza. Tra ristoranti, agriturismi, cucine gourmet, si è arrivati alla nascita degli home restaurant (fenomeno social dal 2015) e, contestualmente, delle cene in pescheria o in macelleria. Esercizi commerciali che, arrivata l’ora di chiusura, non calano le saracinesche, ma si trasformano in bar in cui degustare un aperitivo e botteghe del gusto per cenare. La tendenza si è diffusa anche nei mercati, infatti, se a Barcellona si mangia alla Boqueria, non è difficile oramai trovare anche in Italia le ristopescherie dove gustare pesce freschissimo, spesso lavorato davanti al cliente. 

Le macellerie diventano pure delle vere e proprie boutique proponendo, ad esempio, interi menu da asporto per chi non ha tempo o non ha voglia di mettersi ai fornelli oppure organizzando delle lezioni di macelleria con cena di degustazione. A Ottaviano (Na) i foodies si danno appuntamento  da Bifulco: macelleria, bistrot e braceria che propone anche il pranzo di Natale take away. A Salerno, invece, è stato recentemente inaugurato il ristorante “Pescheria” con sottotitolo “Cucina di mare”, in cui ogni giorno è proposto il Pesce del Salento e del Cilento.

Un nuovo sfizio, dunque, che si sta rivelando vincente nel Bel Paese, perché consente di aggirare la crisi. Si pensi al fatto che i prodotti in vendita sono gli stessi utilizzati in cucina e che, dopo l’assaggio, di solito si è indotti all’acquisto. Inoltre, così facendo, possono diminuire o si annullano le perdite derivanti dall’inveduto.

Veronica Otranto Godano