“Noi abbiamo due storie qui: una è quella di un clero degenerato, e l’altra è quella di un gruppo di avvocati che trasforma l’abuso su minori in una miniera d’oro. Allora quale storia vuoi che scriviamo? Perché una la scriviamo.” È questa una delle battute più evocative di un grande film di successo del film del 2015 di Tom MacCarthy “Il caso Spotlight”, una battuta recitata dall’attore Michael Keaton che riassume i fatti ai quali la pellicola si riferisce, gli abusi di alcuni sacerdoti sui minori di Boston. Il film è appunto ambientato all’interno della redazione della testata giornalistica The Boston Globe e racconta l’esegesi della nascita di un report sugli abusi della Chiesa e la corruzione di un gruppo di avvocati collusi che garantiva le buone uscite alle vittime in cambio del loro silenzio a protezione dei prelati.

Non è una storia lontana dalla realtà e ad oggi molti sono i passi avanti che la Chiesa, complice soprattutto Papa Bergoglio e precedentemente il rivoluzionario Giovanni Paolo II, ha fatto. Dopo le scuse di Papa Wojtyla, è Papa Francesco che all’inizio di questo 2019 ha voluto porre un simbolo concreto nella lotta agli abusi indicendo un summit conclusosi domenica 24 febbraio in Vaticano. Cardinali e vescovi da tutto il mondo si sono trovati faccia a faccia con un problema che infangato la Chiesa, che l’ha resa vulnerabile agli occhi di una società spaventata che nel cattolicesimo e nelle sue figura vi ha sempre riposto fiducia. Proprio la fiducia è il tema su quale le vittime pongono l’accento, la speranza di trovare un luogo accogliente e sicuro è stata infranta e molte di queste azione deplorevoli sono state coperte sia dalle famiglie degli abusati, sia dalla parrocchia di riferimento, sia spesso dagli abusati stessi mossi da vergogna e paura. Tutto ciò non è ammissibile in una Chiesa che si pone il fine di seguire il Vangelo e porre la carità e l’impegno verso i più deboli al primo posto.

La Chiesa vera è il centro dell’amore di Cristo, un luogo di accoglienza e ristoro per tutti che deve seguire le parole di quel bambino che nascendo ha cambiato le sorti del mondo. Ci ha tenuto il pontefice a sottolineare questo pensiero con parole mirate: “L’obiettivo della Chiesa sarà, dunque, quello di ascoltare, tutelare, proteggere e curare i minori abusati, sfruttati e dimenticati, ovunque essi siano. La Chiesa, per raggiungere tale obiettivo, deve sollevarsi al di sopra di tutte le polemiche ideologiche e le polemiche giornalistiche che spesso strumentalizzano, per vari interessi, gli stessi drammi vissuti dai piccoli. È giunta l’ora, pertanto, di collaborare insieme per sradicare tale brutalità dal corpo della nostra umanità, adottando tutte le misure necessarie già in vigore a livello internazionale e a livello ecclesiale.”

Il discorso così accorato non ha risparmiato nessuno, dalla politica alle famiglie e le misure prese in considerazione sembrano ancora in fase di prova. La Chiesa, dal canto suo assicura Bergoglio, si impegnerà a non insabbiare casi del genere e a rivedere la formazione dei giovani sacerdoti partendo da subito. È necessario che questa piaga venga arginata con tutti i mezzi possibili, lo sa il Papa e lo sa il clero colluso che ha favorito l’indebolimento di uno dei poteri storici mai intaccato così tanto fino ad ora. Gli atti mostruosi hanno non solo rovinato migliaia de giovani nel mondo ma anche l’operato di molti portatori di pace che vivono la Parola ogni giorno come una missione, loro oggi sono tutti un po’ martiri e vittime di un mondo che gira nel verso opposto sperando che la rivoluzione di Cristo possa partire proprio da loro, dai semi buoni gettati sul terreno del mondo.

Valentina Paluccio

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